Professore di medicina all'Università di Palermo
Vincenzo Borruso, per tutti Enzo. Una figura fondante della politica e del volontariato siciliano. Era nato a Bisacquino il 28 novembre 1927. Durante gli anni universitari aderì all’Ugi (Unione goliardica italiana), organizzazione laica di cui fu anche presidente dell’associazione palermitana (Agip). I compagni a lui più vicini erano Franco Roccella, Marco Pannella, Stefano Rodotà, Anselmo Guarraci. Nel 1956 si iscrisse al Partito socialista, aderendo alla corrente di sinistra guidata da Riccardo Lombardi. Dal 1962 al 1968 diresse il Centro sperimentale di educazione sanitaria e alimentare della popolazione di Partinico, nell’ambito del Centro studi fondato da Danilo Dolci.
All’assessorato regionale alla Salute ha svolto compiti dirigenziali nell’organizzazione dei servizi regionali come i consultori familiari e la formazione degli operatori siciliani. Ha ricevuto una medaglia d’argento e una d’oro, nel 1967 e nel 1974, dall’Associazione italiana contro la tubercolosi per una campagna a favore della vaccinazione anti- tubercolare dei bambini di Partinico. All’Università di Palermo è stato assistente volontario di Tradizioni popolari a Magistero con il professore Bonomo. Alla facoltà di Medicina ha insegnato, come assistente volontario, Educazione sanitaria alla scuola di Igiene e, come professore a contratto, ha insegnato Tradizioni popolari dell’alimentazione nella Scuola di antropologia culturale dell’alimentazione diretta dal professore Giammanco.
L’autore
Vincenzo Borruso, primario dell’Unità operativa di Medicina interna dell’Istituto Maugeri e professore ordinario, sempre in Medicina interna, della Statale. Vincenzo, milanese, 69 anni, si era formato nel capoluogo, prima al liceo Parini quindi alla Statale, dove si era laureato in Medicina nel 1975, specializzandosi prima in Allergologia e poi in Medicina interna. Si era dedicato principalmente allo studio dell’angioedema ereditario, malattia rara caratterizzata dalla comparsa di gonfiori (edemi) della cute e degli organi interni, che possono essere anche fatali in alcuni casi, di cui era diventato uno dei massimi esperti a livello mondiale e di cui aveva promosso il Registro globale, che include i pazienti di tutti i centri di riferimento italiani e di numerosi centri europei ed extraeuropei. Era autore di centinaia di saggi e articoli scientifici. Alla Maugeri aveva avviato nuovi progetti di ricerca sulle malattie croniche.
«Mi chiamano il pediatra con la sindrome di Ulisse», diceva di sé stesso, in una delle recenti interviste, il professor Vincenzo Borruso, pediatra, medaglia d’oro per mezzo secolo di professione medica. Professore universitario al Policlinico, per cinquant’anni ha viaggiato dal Circolo polare artico alle Hawaii per piacere e interesse culturale, ma soprattutto in occasione di congressi di medicina. E di ogni viaggio ha fatto tesoro. «Mi sono confrontato con pediatri di fama internazionale portando sempre con me le radici della nostra terra», spiegava.
Specialista eccellente in malattie pediatriche, ha curato diverse generazioni di bambini. E non solo. Ha formato centinaia di studenti universitari, oggi stimati medici che devono a lui la passione per la pediatria. Non ha mai badato all’orologio quando c’era da prendersi cura dei suoi piccoli pazienti. Per lui, la salute del bambino era tutto.
Autore di oltre 370 pubblicazioni e 15 monografie.