DANNI DA FILLER PERMANENTI
Le punturine ringiovanenti, vengono ormai preferite a interventi chirurgici invasivi, ma attenzione non sono esenti da rischi. A mettere in guardia dai fillers, sostanze che vengono iniettate nella pelle per levare le rughe o aumentare il volume della bocca o degli zigomi, e usate per riempimento di parti del viso, sono i dermatologi dell'European academy of dermatology and venereology (Eadv), al 22° congresso di Istanbul. Danni da filler; Granulomi e noduli; Gli esperti parlano della possibilità di comparsa di granulomi e noduli, comparsa sottopelle di microorganismi a gruppi, chiamati biofilm, che indicano la presenza di infezioni. E poi cicatrici se le punture diventano troppe e solchi delle labbra che scivolano formando delle creste che in natura non esistono. Non tutti i filler, sono di buona qualità, docenti di dermatologia estetica affermano: La dermatologia estetica "soft", intesa come più facile da effettuare, non esiste. Sono oltre 100 i tipi diversi di fillers riempitivi, venduti adesso in Europa, non tutti di ottima qualità e non sono pochi quelli che entrano in commercio e poi scompaiono dopo pochi mesi. Il rischio di danni da filler, e comparsa di granulomi è generalmente raro per i filler riassorbibili, naturalmente dall’organismo, più alto invece se si usano filler permanenti, che permangono più a lungo nel tessuto.
Danni da Filler
Danni da Filler. La richiesta per risolvere un inestetismo cutaneo del viso oramai da diversi anni è rivolta sempre di più verso il "no bisturi" ed in particolare verso i filler ( materiali iniettabili a scopo riempitivo ). Riempire le rughe, le pieghe, ringiovanire la cute del viso o del collo, aumentare il volume delle labbra o degli zigomi facendosi iniettare sostanze riempitive e sempre più di moda. Ma se la sostanza iniettata è un filler permanente i medici avvertono, che tali sostanze possono provocare anche a distanza di anni un rigetto, un infiammazione, un granuloma,un infezione, gonfiore, indurimenti, ulcere, esiti cicatriziali, perdita di sensibilità e addirittura possono migrare. La lesione più frequente è il granuloma che è una lesione caratteristica delle infiammazioni croniche sia di natura infettiva sia dovuta alla presenza di corpi estranei, come appunto nei casi accaduti dopo le infiltrazioni di filler permanenti che sono a tutti gli effetti dei corpi estranei al nostro organismo. I granulomi da filler permanenti possono essere caratterizzati da un'intensa proliferazione cellulare e si manifestano con antiestetici e dolenti gonfiori, infiammazioni più o meno estese, indurimenti di alcune aree più o meno vaste del viso, dove il materiale è stato iniettato, che possono arrivare a comprimere le terminazioni del viso e causare di conseguenza una sintomatologia dolorosa sempre costante che aumenta alla pressione. A volte può presentarsi anche una perdita di sensibilità con limitazione più o meno importante dei movimenti del viso e delle labbra. Tutto ciò incide di conseguenza sulla sfera psicologica e la persona a spesso non riesce più a condurre una vita normale non accettando la sua immagine.
Granulomi da Filler
Cosa sono i granulomi? Il granuloma è una lesione caratteristica delle infiammazioni croniche sia di natura infettiva sia dovuta alla presenza di corpi estranei, come appunto nei casi accaduti dopo le infiltrazioni di filler permanenti che sono a tutti gli effetti dei corpi estranei al nostro organismo. I granulomi da filler permanenti possono essere caratterizzati da un'intensa proliferazione cellulare e si manifestano con antiestetici e dolenti gonfiori, infiammazioni più o meno estese, indurimenti di alcune aree più o meno vaste del viso, dove il materiale è stato iniettato, che possono arrivare a comprimere le terminazioni del viso e causare di conseguenza una sintomatologia dolorosa sempre costante che aumenta alla pressione. A volte può presentarsi anche una perdita di sensibilità con limitazione più o meno importante dei movimenti del viso e delle labbra. Tutto ciò incide di conseguenza sulla sfera psicologica e la persona non riesce più a condurre una vita normale, non accettando la sua immagine.
INTERVISTA AL PROFESSORE DOTTORE MEDICO CHIRURGO ESTETICO RAFFAELE SINISCALCO
Il granuloma è una lesione caratteristica delle infiammazioni croniche sia di natura infettiva sia dovuta alla presenza di corpi estranei, come appunto nei casi accaduti dopo le infiltrazioni di filler permanenti che sono a tutti gli effetti dei corpi estranei al nostro organismo. I granulomi da filler permanenti possono essere caratterizzati da un'intensa proliferazione cellulare e si manifestano con antiestetici e dolenti gonfiori, infiammazioni più o meno estese, indurimenti di alcune aree più o meno vaste del viso, dove il materiale è stato iniettato, che possono arrivare a comprimere le terminazioni del viso e causare di conseguenza una sintomatologia dolorosa sempre costante che aumenta alla pressione. A volte può presentarsi anche una perdita di sensibilità con limitazione più o meno importante dei movimenti del viso e delle labbra. Tutto ciò incide di conseguenza sulla sfera psicologica e la persona non riesce più a condurre una vita normale, non accettando la sua immagine.
NUOVA SOLUZIONE LASER EUFOTON - DANNI DA FILLER
Nuova Soluzione laser(no bisturi), per la rimozione di granulomi da fillers. Fino ad oggi il problema veniva approcciato dal punto di vista chirurgico cercando, appunto chirurgicamente, di andare a rimuovere il filler permanente, iniettato con il relativo o i relativi granuloma da filler. Il tutto logicamente con i rischi del caso, un periodo post operatorio molto invalidante ( basti pensare alla traumacità di un intervento chirurgico per andare ad asportare tali granulomi da un'area delicatissima come le labbra ) e spesso con un successo solo parziale date le difficoltà del caso.
Oppure l'approccio poteva essere di tipo medico, quindi di gran lungo meno traumatico rispetto a quello chirurgico, andando ad iniettare del cortisone intralesionalmente, cioè direttamente nel granuloma. Anche in questo caso spesso con risultati solo parziali.Oggi Grazie alla tecnologia laser per la rimozione granulomi da fillers, è possibile andare a trattare con successo queste problematiche. Si usa un nuovissimo laser intralesionale (EUFOTON LaseMar 1500), che agisce dall’interno direttamente nei tessuti interessati. Il laser è dotato di una sottilissima fibra ottica dallo spessore ridottissimo di soli 100-200 micron ( 1-2 decimi di millimetro ). Tale fibra ottica viene inserita direttamente nel granuloma da filler interessato. Successivamente viene erogata l’energia laser agendo direttamente sul granuloma senza causare traumi ai tessuti circostanti e senza dar luogo ad esiti cicatriziali. L’aumento della temperatura, provocato dal laser necrotizza il tessuto infiammatorio cronico sempre presente attorno al granuloma producendo un essudato sterile che anch'esso fuoriuscirà dai forellini.
Si tratta di un laser a diodi 1470 nm (nanometri) che stimola grasso, acqua ed emoglobina, per evacuare il filler e interrompere il processo infiammatorio in modo definitivo, senza lasciare alcuna traccia. La luce laser veicolata nel granuloma attraverso la sopracitata fibra ottica, surriscalda l'area da trattare, il filler permanente viene liquefatto per poi fuoriesce dai forellini praticati per inserire la fibra ottica stessa. Gli invisibili forellini si richiudono da soli senza accorgimenti particolari tranne un accurata detersione e disinfezione. Dopo il trattamento compare un gonfiore più o meno evidente a seconda del caso trattato, provocato logicamente dal riscaldamento dei tessuti, che scompare rapidamente nel giro di 7-14 giorni. La durata del trattamento è variabile e dipende dall'estensione dell'area e dalle dimensioni del granuloma da trattare. L'ipotesi attualmente più accreditata è che il laser in oggetto agisca su quello che viene definito “biofilm”. In pratica secondo diversi studiosi, nel momento in cui l'organismo da atto alla reazione da corpo estraneo, data la presenza del filler incriminato e di conseguenza alla formazione di un granuloma, si assiste alla colonizzazione, da parte di alcuni tipi di batteri, della superficie di contatto tra il filler permanente iniettato ed il tessuto circostante causando una vera e propria infiammazione cronica protettiva (le molecole infiammatorie infatti distruggono i batteri ).
Purtroppo si assiste ad un totale insuccesso da parte di questa reazione perché i batteri producono una membrana protettiva all'interno della quale si avvolgono per non essere attaccati e uccisi. Il risultato è appunto un'infiammazione cronico/evolutiva che non si arresterà mai. Questo spiegherebbe il perché delle recidive dopo i trattamenti medici sopracitati con il cortisone. Infatti una volta passato l'effetto antinfiamatorio del cortisone si assiste molto spesso ad una recidiva con il ripresentarsi del problema. Nel caso dell'approccio chirurgico la spiegazione degli scarsi successi sarebbe diversa: con il bisturi il chirurgo diffonderebbe i batteri del biofilm dell'area operata. Ciò provocherebbe successivamente una riattivazione dell'infiammazione senza contare che spesso l'asportazione totale del granuloma, data la sua particolare infiltrazione nei tessuti, è possibile solo parzialmente. L'aumento della temperatura del laser, invece, elimina completamente i batteri curando in maniera definitiva l'infiammazione e sciogliendo sia il granulama che il filler precedentemente iniettato. Il numero delle sedute laser da effettuare dipende dal tipo di filler permanente iniettato, se a base di silicone, di poliacrilammide, di polimetilmetacrilato oppure altro. Dipende da quanto ne è stato iniettato. Dipende da quanto è estesa l'area interessata dall'impianto di filler permanente dallo spessore del granuloma che si è formato e se quest'ultimoè anche interessato da un processo infiammatorio acuto in atto oltre che cronico. E' possibile però affermare che con una o più sedute, a seconda del caso in oggetto, il problema è risolvibile. Concludendo: dato che diversi sono i filler permanenti che nel corso di alcuni decenni sono stati commercializzati e dato che le reazioni a loro avverse si sono scatenate nella maggior parte dei casi a distanza di anni ( a volte anche più di 10 anni ), la cosa più sensata è quella di farsi controllare attraverso un esame ecografico con una sonda ad alta risoluzione per valutare la presenza o meno di granulomi da filler permanenti e apporre la giusta prevenzione senza attendere l’eventuale scatenarsi del problema.
FILLER PERMANENTI
Filler Permanente Amazing gel: Gel iniettabile di poliacrilamide idrofilica con una percentuale non conosciuta di monomero tossico. Non si conosce se questo prodotto abbia proprietà antibatteriche, che riduca la possibilità di infezioni batteriche a distanza di tempo. Il produttore riferisce che il gel contiene sia BFGF (basic fibroblast growth factor) che EGF(epidermal growth factor); tali ingredienti avrebbero il compito di stimolare la produzione di elastina. Il principale ingrediente rimane comunque il gel di poliacrilamide. E' registrato in Cina come medical device dal 28 dicembre 1998. Test allergico: non richiesto Longevità: permanente Cautele per applicazione: Il sito di iniezione deve essere ben pulito da cosmetici, oli, saponi, ecc. che non devono essere utilizzati nelle 24 ore precedenti il trattamento. Non infrequenti le reazioni granulomatose a distanza e le infezioni, la cui unica terapia efficace è il drenaggio per incisione e spremitura. Consigliata la profilassi antibiotica locale e generale. Sconsigliata l'esposizione al sole per 15 giorni almeno.
ARGIFORM
Filler Permanente Argiform: gel idrofilico di poliacrilamide iniettabile con un residuo di monomero acrilico pari allo 0,03%. Prodotto in Russia dalla Bioform, contiene il 5% di poliacrilamide e 95% di acqua, e nella manifattura sono stati utilizzati ioni argento al fine di contrastare la contaminazione batterica. Per l'uso viene consigliato un ago da 25 G. Non bisogna sopracorreggere. Test allergico: non richiesto Longevità: permanente, ma viene pubblicizzato come facilmente rimovibile per incisione e spremitura: in realtà non è così facile la rimozione, nè è garantita la completa rimozione. Cautele: Il sito d'iniezione deve essere libero da creme, oli, saponi, ecc. per almeno 24 ore. La complicazione classica è l'infezione ed il granuloma da corpo estraneo. Massima attenzione all'asepsi, e sconsigliare l'uso di cosmetici per almeno 24 ore. Consigliata profilassi antibiotica. Sconsigliata l'esposizione al sole per 15 giorni almeno. Considerazioni particolari: Argiform non deve essere utilizzato laddove sono stati utilizzati altri prodotti.
AQUAMID
Filler Permanente Aquamid: Gel idrofilico di poliacrilamide iniettabile (HPG o PAAG) con 5 ppm di residuo di monomero acrilico non polimerizzato, questo prodotto è composto dal 2,5% di poliacrilamide idrofilica e dal 97,5% di acqua. La poliacrilamide è utilizzata in varie applicazioni mediche: lenti a contatto, purificazione dell'acqua, conservazione di farmaci, ecc., da molti anni. Viene utilizzato un ago da 27G. Il risultato è immediato e non bisogna procedere ad overcorrezione. L'aspirazione è possibile più in teoria che in pratica. Il prodotto non contiene elementi antibatterici,tipo ioni argento. Gli impianti a base di poliacrilamidi sono suscettibili di reazioni granulomatose e infezioni batteriche anche gravi, anche a distanza di parecchi mesi. Test allergico: non richiesto Longevità: permanente Cautele: massima attenzione all'asepsi, e la zona deve essere ben pulita da creme oli e saponi che non bisogna far utilizzare nelle 24 ore precedenti. La classica complicazione è l'infezione ed il granuloma da corpo estraneo, anche a distanza di molti mesi. Consigliata profilassi antibiotica post-trattamento. Sconsigliata l'esposizione al sole per 15 giorni almeno. Considerazioni particolari: Aquamid non deve essere iniettato laddove la paziente è stata trattata con altri prodotti; quand'anche fosse stato usato un prodotto riassorbibile, bisogna attendere che questo sia completamente scomparso.
ARTECOLL
Filler Permanente Artecoll: Microsfere di polimetilmetacrilato PMMA in sospensione con collagene bovino al 3,5% con lidocaina allo 0,3%. Oggi comunemente utilizzato nei cementi per ossa, denti, lenti a contatto, coperture per pace-makers. Il chirurgo plastico Gottfried Lemperle, per primo ha utilizzato le microsfere di PMMA per la correzione dei difetti dei tessuti molli. Il diametro delle microsfere e di circa 32-40 micron di forma estremamente rotonda e liscia. Artecoll contiene, inoltre, tampone fosfato, sodio cloruro e acqua distillata. Il primo uso di Artecoll risale al 1989, e, nel corso degli anni, si è prodotto un rigoroso e numeroso razionale scientifico. Artecoll necessita di un impianto profondo, con una tecnica di tunnellizzazione. Nei successivi 2-4 mesi le microsfere di PMMA saranno incapsulate attraverso un processo di neocollagenogenesi. Per ciò che riguarda l'utilizzo del prodotto nelle labbra, in un certo numero di casi, si è verificato un fenomeno che gli americani chiamano "rubberizing", liberamente tradotto in "gommizzazione", a 3-5 anni dall'impianto. Va tuttavia detto che tale fenomeno può essere dovuto ad un eccesso di formazione di collagene,iperfibrosi, soprattutto quando l'impianto è superficiale e/o la ipercorrezione non è corretta, stimolando una risposta infiammatoria eccessiva, con il risultato di labbra duro-elastiche al tatto e ferme all'apparenza. L'uso prudentissimo di corticosteroidi in sede intralesionale, può migliorare la situazione. Possibile la formazione di grumi. Possibilità di granulomi persistenti. Test allergico: richiesto per la presenza di collagene Longevità: permanente (relativa solo al PMMA)
ARTEPLAST
Filler Permanente Arteplast : Microsfere di polimetilmetacrilato (PMMA) in sospensione di collagene bovino. E' praticamente la stessa composizione dell'Artecoll, con la differenza che le microsfere sono più piccole e la superficie irregolare. E' riportato che il collagene di sospensione risulta meno puro e le microsfere hanno un monomero residuo. Il diametro delle microsfere pare essere di 20-40 micron. La maggiore critica al diametro più piccolo è causata dalla possibilità di fagocitosi. Possibilità di granulomi persistenti maggiori che per l'artecoll. Test allergico: richiesto per la presenza di collagene Longevità: permanente (relativa solo al PMMA) .
BIO-ALCAMID
Filler Permanente Bio-Alcamid: Gel di poliacrilamide idrofilico iniettabile. Il produttore Progen,ora PolymeKon, nel 1999 distribuì un prodotto russo manufatto dalla Bioform chiamato Formacryl. Tuttavia, nel 2000, la compagnia Progen-Polymekon, hanno formulato un prodotto simile, passando dal 5% al 3,5% di poliacrilamide, chiamato Bio-formacryl. Il sito internet del Bio-formacryl fu d'improvviso reindirizzato a quello della Polymekon. Le brochures pubblicitarie nel 1999,2000 e 2001 risultarono pressochè identiche, cambiando nome da Formacryl a Bio-formacryl a Bio-alcamid. Negli USA il sito internet, improvvisamente citò esattamente: Formacryl/Argiform: la prima endoprotesi ad acqua. Il sito internet odierno della Polymekon contiene alcune discrepanze riguardanti la percentuale di poliacrilamide del Bio-alcamid che varia dal 3 al 4%. La Polymekon pubblicizza la facile rimozione, e quindi la reversibilità, del prodotto tramite microincisione e spremitura: nel consenso informato offerto al medico per presentarlo e farlo firmare al paziente, si legge che il paziente è cosciente che non è possibile garantire la totale rimozione! Test allergico: non richiesto Longevità: permanente Cautele di applicazione: possibilità di infezioni e granulomi, molto maggiore rispetto alle sicurezze che la casa produttrice pubblicizza.
BIO-FORMACRYL
Filler Permanente Bio-Formacryl: Gel di poliacrilamide idrofilico iniettabile con 0,04 di monomero residuo non polimerizzato. Il produttore Progen (ora PolymeKon), nel 1999 distribuì un prodotto russo manufatto dalla Bioform chiamato Formacryl. Tuttavia, nel 2000, la compagnia Progen-Polymekon, hanno formulato un prodotto simile, passando dal 5% al 3,5% di poliacrilamide, chiamato Bio-formacryl. Il sito internet del Bio-formacryl fu d'improvviso reindirizzato a quello della Polymekon. Le brochures pubblicitarie nel 1999,2000 e 2001 risultarono pressochè identiche, cambiando nome da Formacryl a Bio-formacryl a Bio-alcamid. Negli USA il sito internet, improvvisamente citò esattamente: Formacryl/Argiform: la prima endoprotesi ad acqua. Sotto questo nome, il prodotto ha avuto una vita inferiore ad un anno. Test allergico: non richiesto Longevità: permanente Maggiori informazioni: il dominio del Bio-formacryl è defunto e rimanda al sito della Polymekon. Il Bio-formacryl non è più in commercio.
BIOPOLYMERE
Filler Permanente Biopolymere: Olio di polimetilsilossano. Diffuso soprattutto in Francia, Germania e Olanda. Non si sa molto di più. Test allergico: non esiste nessun test per capire chi è un buon candidato. Non c'è ancora alcuna evidenza scientifica riguardante un allergia al silicone. Longevità: permanente Cautele: Granulomi, migrazione, tracce trovate in altri organi e linfonodi, eccessiva fibrosi, necrosi, embolia da silicone e la difficoltà nella rimozione, ne sconsigliano l'uso. In Italia è vietato per decreto legislativo dal 1995.
Filler Permanente Dermadeep: Miscela iniettabile 40% di idrossimetilmetacrilato(HEMA) e etilmetacrilato(EMA) sospeso in 60% di acido ialuronico. La siringa è preriempita con 1,2 cc di prodotto contenente 200 mg di idrogel acrilico in particelle solide di 60-80 micron di diametro, e 14,4 di acido ialuronico addizionato con tampone fosfato(ph 7,2). Il prodotto deve essere iniettato a livello sub-dermico. Parente stretto del Dermalive(vedi appresso). Test allegico: non richiesto Longevità: permanente, anche se spesso si sente parlare di durata per alcuni anni. Disponibile nella CE: si. Ha ottenuto il marchio CE. Considerazioni particolari: non deve essere iniettato laddove sono stati utilizzati altri materiali; quand'anche fosse stato usato un prodotto riassorbibile, bisogna attendere che questo sia completamente scomparso. Controindicazioni: c'è una sicura incompatibilità tra l'acido ialuronico ed i disinfettanti a base di ammonio quaternario. Cautele: massima attenzione all'asepsi, e la zona deve essere ben pulita da creme oli e saponi che non bisogna far utilizzare nelle 24 ore precedenti. La classica complicazione è l'infezione ed il granuloma da corpo estraneo, anche a distanza di molti mesi. Altra complicazione è l'infiltrazione superficiale, con formazione di fibrosi evidenti, fino a granulomatosi esteticamente invalidanti.
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